Negli ultimi anni, la scoperta di differenti mutazioni somatiche (e quindi acquisite dalla cellula tumorale, tra cui quelle del gene BRAF, prevalentemente al codone 600, si presentano in circa il 40-50% dei pazienti con melanoma metastatico) capaci di caratterizzare ogni singolo melanoma, hanno permesso lo sviluppo di terapie a target molecolare, come gli inibitori di BRAF, che con un meccanismo preciso (modello della chiave e della serratura) bloccano la trasmissione del segnale per l’immortalità della cellula tumorale, cambiandone cosi la storia naturale.
Attività antitumorale di trabectedina e possibile combinazione con farmaci immunomodulanti in modelli preclinici di melanoma
L’aggressività del melanoma è dovuta alle sue intrinseche proprietà invasive unite alla capacità di creare un microambente favorevole al tumore in termini di risposta vascolare e immunitaria. La trabectedina, un nuovo farmaco di origine marina, inibisce la crescita tumorale attraverso un meccanismo duplice, agendo sia sulle cellule tumorali che sul microambiente del tumore.
Questo progetto si propone di studiare l’attività antitumorale e antimetastatica della trabectedina in modelli di melanoma, da sola o in combinazione con anticorpi immunomodulanti.
Ecco cosa scrive il Dott. Andrea Maurichi, Chirurgo Oncologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, a proposito dello Studio in essere presso St. George University di Londra, da noi finanziato:
“Un interessante progetto di ricerca riguardante l’invecchiamento dei melanociti, ossia le cellule che costituiscono i nevi, e i meccanismi biologici della progressione di malattia nei pazienti con melanoma multiplo è stato attivato grazie al supporto di Emme Rouge Foundation
Questo progetto coinvolge il laboratorio di ricerca della St. George University di Londra, diretto dalla Prof. Dorothy Bennett e il laboratorio di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, diretto dalla D.ssa Monica Rodolfo
“A new treatment for advanced skin cancer has been hailed as a paradigm shift after it boosted one-year survival chances from one in 10 to almost three in four.
Early tests using a drug to prompt the body’s immune system to attack malignant melanoma found that 74% of patients were still alive after one year, compared with 10 per cent at present.
Dr. David Chao, a consultant oncologist at Royal Free Hampstead NHS Trust, said Pembrolizumab had the potential to be a paradigm shift for cancer therapy and could benefit the many patients with advanced melanoma in the UK.“
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