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dr.ssa Bruna Barbosa Lima D’Agostino

La dr.ssa Bruna Barbosa Lima D’Agostino segue il progetto Studio prospettico su diagnosi istopatologica ed outcome di tumori spitzoidi atipici e proliferazioni melanocitarie ambigue nell’ambito di un archivio di vetrini digitali promosso da Intergruppo Melanoma Italiano (IMI).

A questo link potete visualizzare il CV completo CV Barbosa


Di seguito gli aggiornamenti della ricerca:

15 gennaio 2019 Relazione attività primo semestre Dott. Bruna Barbosa Lima D’Agostino, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi/Università degli Studi di Firenze clicca per visualizzare Relazione Barbosa gennaio 2019

Identificazione di nuovi markers prognostici nel Melanoma: analisi molecolare degli esosomi tumorali

INTRODUZIONE

Il melanoma cutaneo è un tumore che origina dai melanociti della pelle. La sua incidenza nel mondo è in costante aumento, specie tra i più giovani. Se riconosciuto nelle sue fasi iniziali, la resezione chirurgica ne rappresenta il trattamento d’elezione; in fasi più avanzate, invece, il melanoma è estremamente aggressivo e presenta un’elevata capacità di invadere e colonizzare altri tessuti.

Nel corso degli ultimi anni è stato ampiamente dimostrato che spesso alla base dello sviluppo e della progressione di un tumore ci sono mutazioni nel patrimonio genetico che portano a una rottura del delicato equilibrio che sottende al corretto funzionamento delle cellule, favorendo la loro trasformazione. Cellule mutate, o con caratteristiche genetiche alterate, rispondono in modo diverso ai vari trattamenti farmacologici; per questo motivo assume grande importanza la terapia oncologica basata su farmaci “mirati”, che vengono cioè somministrati in base alla presenza o meno di specifiche mutazioni del DNA. Nel caso del melanoma, si tratta principalmente di alterazioni a carico di geni proliferativi, come il gene BRAF. La mutazione più frequente di BRAF, V600E, è stata riscontrata nel 50% dei casi di melanoma; ciò ha portato allo sviluppo di farmaci, come il vemurafenib, diretti specificatamente contro tale mutazione. Questi farmaci mirati, o a bersaglio molecolare, rappresentano pertanto dei fondamentali strumenti di medicina personalizzata, in quanto la terapia viene scelta non solo in base alla fase di sviluppo del tumore ma anche in relazione alle sue caratteristiche molecolari, che possono variare da paziente a paziente. Tuttavia, malgrado una buona risposta iniziale, la maggior parte dei pazienti sviluppa resistenza a breve termine a questi trattamenti. È quindi di fondamentale importanza una più approfondita chiarificazione dei meccanismi che stanno alla base dello sviluppo della resistenza del melanoma a queste terapie mirate.

È stato recentemente dimostrato che i cambiamenti cellulari e molecolari associati allo sviluppo di farmacoresistenza possono essere trasferiti da una cellula tumorale all’altra attraverso gli esosomi. Questi sono piccole vescicole extracellulari di dimensioni comprese tra 50-150 nm, provviste di membrana e contenenti miRNA, mRNA, proteine e lipidi. Gli esosomi sono rilasciati attraverso esocitosi e il loro contenuto può essere internalizzato nelle cellule riceventi, con conseguente alterazione delle vie del segnale in queste ultime. Gli esosomi sono presenti nei fluidi corporei come sangue, urina e saliva, e possono essere isolati dal medium di coltura cellulare. Il ruolo degli esosomi nello sviluppo della resistenza del melanoma al vemurafenib deve ancora essere elucidato, sebbene alcuni studi suggeriscano il loro coinvolgimento in questo processo.

SCOPO DEL PROGETTO

Sulla base delle considerazioni sopra riportate, con questo progetto si intende analizzare:

1) Il cross-talk tra le cellule di melanoma resistenti al vemurafenib e quelle non resistenti
Studi recenti hanno messo in evidenza che lo sviluppo di resistenza del melanoma alle terapie mirate è accompagnato da importanti cambiamenti nel potenziale metastatico cellulare e da una parallela modificazione nell’espressione di alcuni miRNA. Studi condotti nel nostro laboratorio hanno inoltre dimostrato che le cellule di melanoma resistenti al vemurafenib presentano specifiche caratteristiche di staminalità associate all’espressione di pompe di efflusso di membrana coinvolte nella resistenza multi- farmaco.

Questi esperimenti saranno volti a verificare se le cellule di melanoma resistenti al vemurafenib siano in grado di trasferire le caratteristiche cellulari e molecolari associate alla farmacoresistenza alle cellule non resistenti e se gli esosomi siano direttamente coinvolti in tale cross-talk.

2) Il profilo molecolare degli esosomi prodotti dalle cellule di melanoma resistenti al vemurafenib
Come accennato sopra, gli esosomi possono essere impiegati dalle cellule tumorali come veri e propri “messaggeri” di farmacoresistenza, grazie alla loro capacità di veicolare diversi tipi di molecole direttamente implicate nella proliferazione e aggressività tumorale.
Scopo di questa parte del progetto sarà quello di caratterizzare il “cargo” molecolare degli esosomi prodotti dalle cellule di melanoma resistenti al vemurafenib, allo scopo di individuare nuovi markers di farmacoresistenza.

3) I meccanismi molecolari alla base della resistenza al vemurafenib e del rilascio degli esosomi tumorali come target di terapie di combinazione>/span>
Studi condotti nel nostro laboratorio hanno dimostrato che il composto naturale 𝛿-tocotrienolo esercita una significativa azione antitumorale su colture cellulari di melanoma umano; in particolare, questo composto è in grado di ridurne la componente staminale responsabile della resistenza al vemurafenib.

Nel nostro laboratorio verranno svolti esperimenti per valutare gli effetti del 𝛿-tocotrienolo sulle vie molecolari responsabili dello sviluppo di resistenza al vemurafenib, al fine di verificare se questo composto possa non solo aumentare l’efficacia del trattamento standard ma anche risensibilizzare a quest’ultimo le cellule di melanoma divenute resistenti. Sarà inoltre analizzata la capacità del 𝛿 -tocotrienolo di modificare il rilascio e il contenuto degli esosomi tumorali, interferendo con il trasferimento cellulare della farmacoresistenza.

Lo scopo ultimo di questo progetto è quindi quello di integrare le informazioni relative allo sviluppo della resistenza del melanoma alle terapie mirate, individuando le caratteristiche uniche di questo processo così da facilitarne la diagnosi e il trattamento. In particolare, l’analisi del contenuto molecolare degli esosomi presenti nelle biopsie liquide dei pazienti affetti da melanoma e trattati con vemurafenib rappresenterebbe un metodo innovativo per l’individuazione dello sviluppo di farmacoresistenza ed offrirebbe di conseguenza la possibilità di utilizzo di approcci terapeutici specifici per ogni paziente, in termini di medicina di precisione.

Gli studi di questo progetto, per cui si prevede la durata di un anno, verranno inizialmente condotti in vitro su cellule di melanoma umano coltivate in laboratorio. Si prevede successivamente di eseguire esperimenti in vivo (studi preclinici). Il progetto sarà svolto presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con la Oxford Brookes University (Oxford, UK) e l’Istituto Nazionale dei Tumori (Milano, Italia).

EMMEROUGE @ GENERALI MILANO MARATHON CHARITY PROGRAM 2020

MILANO RELAY MARATHON

DOMENICA 5 APRILE 2020

Anche quest’anno Emme Rouge partecipa al Charity Program della Generali Milano Marathon generalimilanomarathon.it/staffetta.
Quest’anno abbiamo deciso di dedicare i nostri sforzi per finanziare il progetto “IDENTIFICAZIONE DI NUOVI MARKERS PROGNOSTICI NEL MELANOMA: ANALISI MOLECOLARE DEGLI
ESOSOMI TUMORALI”
dell’Università degli Studi di Milano Dipartimento Scienze Farmacologiche e Biomolecolari curato dalla Prof. Patrizia Limonta.
Il nostro impegno per cui chiediamo l’aiuto dei nostri Sostenitori è di raccogliere 26 mila euro.
Per maggiori dettagli del progetto potete visitare la pagina dedicata

La procedura per la Staffetta:

  1. Pre-iscrivi la tua squadra sul portale www.generalimilanomarathon.it/staffetta/ indicando EMMEROUGE come ONP prescelta entro il 12 marzo 2020.
  2. Effettua il pagamento di   € 220 direttamente a noi: IBAN: IT84W 03111 01665 0000 0000 4768 o tramite Paypal sul nostro sito www.emmerouge.org.  (+ €2 per diritti d’incasso Paypal).
  3. Emme Rouge manderà una e-mail di conferma e convalida della tua iscrizione
  4. Procurati il certificato medico di idoneità alla pratica di attività sportiva non agonistica e attendi la lettera di conferma dell’Organizzazione per il ritiro dei pettorali che verrà inviata circa una settimana prima della gara.

La procedura per la Maratona (km 42,2): versamento di € 80 direttamente a noi e mail con i dati per effettuare l’iscrizione.

 

 

 

 

 

 

 

Modello predittivo del rischio di progressione di malattia in pazienti con melanoma e linfonodo sentinella positivo

Vincitore della borsa di studio: dr.ssa Elena Landoni

INTRODUZIONE

La caratterizzazione delle alterazioni genetiche dei tumori rappresenta il fondamento su cui si basa la medicina personalizzata o medicina di precisione, che mira all’identificazione di quei biomarcatori che rappresentano il bersaglio contro il quale sarà rivolto il farmaco targeted (a bersaglio). I biomarcatori sono degli indicatori biologici che devono poter essere identificati, misurati e valutati oggettivamente.

La genomica è lo studio dell’intero genoma di un organismo, a differenza della genetica, che riguarda lo studio di un particolare gene. Con proteomica si definisce invece lo studio su larga scala dell’intero complesso proteico e delle sue alterazioni proteiche, prodotto da un organismo o da un sistema cellulare. Lo studio proteomico include informazioni quantitative sulla relativa abbondanza di una proteina, sulle sue variazioni e alterazioni strutturali, fino alla complessa interazione con le altre molecole facenti parte dello stesso network molecolare al fine di comprendere i processi cellulari nel loro insieme.

I farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoterapia hanno rivoluzionato il trattamento del melanoma avanzato. Grazie all’utilizzo di questi farmaci è possibile ottenere risposte durature in un elevato numero di pazienti, migliorandone la sopravvivenza a lungo termine e la qualità di vita. Tuttavia, non tutti i pazienti ottengono lo stesso beneficio e non è ancora chiaro per quali pazienti sia più vantaggioso il trattamento in prima linea con la terapia “target” piuttosto che con l’immunoterapia.

La presenza della mutazione di BRAF è necessaria per l’utilizzo degli inibitori di BRAF in combinazione con inibitori di MEK, appartenenti alla categoria dei farmaci a bersaglio molecolare o “targeted therapy”. La mutazione di BRAF, riscontrata in circa la metà di tutti i melanomi non uveali, costituisce pertanto un fattore predittivo di risposta alla terapia con inibitori di BRAF+MEK: la maggior parte dei pazienti con la mutazione di BRAF (>80%) ottiene una regressione del tumore grazie al trattamento, mentre in assenza della mutazione non si può utilizzare questa terapia.

Il ruolo prognostico di BRAF, ossia la sua associazione con una migliore o peggiore sopravvivenza indipendentemente dal tipo di trattamento, è, invece, controverso: alcune casistiche hanno osservato un comportamento biologico più aggressivo in caso di presenza della mutazione di BRAF, mentre altri studi non hanno rilevato differenze significative con melanomi che non presentavano una mutazione di BRAF. Anche il ruolo prognostico della mutazione di NRAS, riscontrata in circa il 15-20% di tutti i melanomi non uveali e la seconda mutazione più frequente dopo BRAF, non è ancora definito, con i dati delle varie casistiche che puntano in direzioni diverse.
Alcuni importanti biomarcatori riguardano le caratteristiche immunologiche del tumore e del microambiente tumorale. In particolare, l’espressione di PD-L1 da parte delle cellule tumorali, ma anche delle cellule T CD8+ che infiltrano il tumore, sembra ricoprire un ruolo prognostico molto importante nei pazienti con melanoma metastatico, oltre che un potenziale effetto predittivo di risposta al trattamento con anticorpi anti-PD-1. Chiaro sembra essere il ruolo prognostico di PD-L1, associato infatti alla sopravvivenza globale dei pazienti con melanoma avanzato indipendentemente dal trattamento ricevuto. Altri tra i biomarcatori tissutali più studiati sono la densità e la qualità dell’infiltrato linfocitario tumorale, il carico mutazionale totale ed il relativo carico di neoantigeni e l’espressione delle molecole del complesso di istocompatibilità maggiore. I problemi generali associati allo studio e all’utilizzo dei biomarcatori tissutali sono dovuti alla ben documentata eterogeneità inter- e intra-tumorale ed ai cambiamenti dinamici di alcuni marcatori, in particolare dell’espressione di PD-L1, con risultati dipendenti dal sito e dal “timing” della biopsia.

SCOPO DEL PROGETTO

Lo studio in oggetto prevede l’analisi di una molteplicità di fattori prognostici, clinici, patologici e biomolecolari e la costruzione di un modello predittivo (nomogramma) da applicare ai pazienti con melanoma e linfonodo sentinella positivo per individuare il sottogruppo a maggior rischio che potrebbe beneficiare della disponibilità di nuove terapie e di nuove combinazioni di trattamenti adiuvanti, finalizzati cioè a ridurre le possibilità di una nuova ripresa della malattia. I nuovi orizzonti in ambito diagnostico-terapeutico, legati alla scoperta delle mutazioni delle cellule tumorali, richiedono un nuovo approccio multidisciplinare nella presa in carico del paziente con melanoma metastatico, per poter giungere alle decisioni terapeutiche più idonee ed efficaci.